S.O.S.
Jugoslavia S.O.S. KOSOVO METOHIJA
Associazione di Solidarietà -
Onlus
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INTESA SANPAOLO
BIC: BCITITMM
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* TESSERA SOS JUGOSLAVIA SOS
KOSOVO METOHIJA *
Cos’è
l’ “Associazione S.O.S. Yugoslavia – SOS Kosovo
Metohija” - Onlus
L’Associazione “S.O.S.
Yugoslavia” nasce durante i bombardamenti della
NATO sul territorio della Repubblica Federale
Jugoslava, in occasione dell’ultimo conflitto
balcanico, la cosiddetta guerra del Kosovo; era la
primavera del 1999, in continuità con la
precedente esperienza del Comitato di Solidarietà
con i popoli della ex Jugoslavia, attivo fin
dall’inizio delle guerre balcaniche dal 1992, su
un terreno informativo.
A fronte di
quest’ennesima tragedia, la scelta solidaristica e
di lavoro per la pace e contro le guerre, di un
gruppo di persone già impegnate su tematiche
sensibili, si unifica con una parte della Comunità
slava della città, sviluppando un progetto d’aiuto
concreto che ha per obiettivo l’invio di denaro
e/o materiali umanitari nelle zone colpite, oltre
ad un livello di produzione di materiali
informativi, sia di attualità che storici e
culturali ( tra cui un percorso didattico
interculturale sulla letteratura dei Balcani, ad
uso studenti ed insegnanti, fatto con il Comune di
Torino, presso le scuole).
Mentre il martellamento
dei mass - media dipinge una realtà bianca e nera,
gli albanesi vittime di un genocidio ed i serbi
veri mostri di crudeltà. Rimanendo su di un
terreno prettamente umanitario, l’Ass. “S.O.S.
Yugoslavia” sceglie di portare il suo aiuto (una
goccia nel mare) là dove minimi sono i soccorsi
internazionali.
Inizia così un rapporto
diretto con un villaggio infantile: il “Decie Selo
Dr. Milorad Pavlovic”, sito a Sremska Kamenica, in
Vojvodina. Trattasi di una struttura
socio-assistenziale organizzata in comunità, che
ospita bambini e ragazzi dai quattro ai diciotto
anni, di diverse etnie; albanesi, gorani, serbi,
rom, croati, macedoni, sloveni, tutti orfani o
provenienti da famiglie gravemente problematiche.
A questa struttura
infantile sono inviati circa 1.000 kg. di
materiali richiesti, e alcuni milioni di lire.
Il peggioramento delle
condizioni economiche postbelliche ed il loro
inasprirsi a causa dell’embargo hanno
progressivamente esaurito le risorse della
popolazione. A fronte di una situazione drammatica
in rapida evoluzione, S.O.S. Yugoslavia s’impegna
anche a sostegno del comprensorio sanitario
comprendente tutta la Serbia meridionale, inviando
materiali sanitari all’Ospedale KBC di
Kragujevac.
Le elezioni del
settembre 2000 mutano radicalmente il clima
politico del Paese, ma l’instabilità geopolitica
dell’area balcanica e le manovre della politica
internazionale gravanti sull’area, non consentono
il rapido ripristino delle condizioni di vita a
livello prebellico, nonostante la revoca
dell’embargo. Le quali permangono e addirittura si
aggravano i problemi economici e sanitari.
Formando così una generale e drammatica condizione
d’emergenza umanitaria.
Cosciente e consapevole
delle vigenti condizioni di vita nella ex
Repubblica Federale Jugoslava, “S.O.S. Yugoslavia”
mantiene il proprio impegno a sostegno della
popolazione civile più provata: bambini, profughi,
orfani e vedove di guerra.
L’Associazione è ora
validamente impegnata nel programma di “adozioni a
distanza” e sostegno al reddito, oltre al Progetto
“ Tessitura slava”( consistente nella vendita di
manufatti prodotti dalle vedove di guerra ), in
collaborazione con “Decjia Istina” (“La verità dei
bambini”), Associazione di donne vedove di guerra,
di mutuo soccorso di Belgrado che presta
assistenza agli orfani ed alle vedove di guerra) e
con l’ Ufficio Adozioni Internazionali della
Zastava, (Fabbrica Automobili di Kragujevac, in
via di pesante ristrutturazione e sulla strada
della chiusura, con decine di migliaia di
licenziamenti).
Altro Progetto è quello
con l’ Associazione Profughi Zastava di Pec,
Kosovo, in Kragujevac, sostenuto con raccolta
fondi, tramite il Video Film “ I dannati del
Kosovo” e il libro allegato di E. Vigna “ Kosovo
liberato “, i cui proventi sono destinati a questo
Progetto.
Ultimo Progetto è
quello di SOS
KOSOVO METOHIJA,
indirizzato alle enclavi del Kosovo Metohija ,
con la Scuola dell’enclave di Orahovac, mediante
la stampa, a cura dell’Associazione, di un libro
con le lettere dei bambini dell’enclave, curato da
E. Vigna, i cui proventi delle vendite sono andate
direttamente ai bambini di Orahovac;
con l’enclave di
Gorazdevac;
con l’Associazione di
donne Srecna Porodica di Nis e il Progetto a
sostegno dei figli dei rapiti del Kosovo
con l’Associazione
Sclerosi Multipla del Kosovo Metohija
il Progetto Decani
Enclavi Metohija.
L’Associazione “S.O.S.
Yugoslavia” dispone di un regolare conto corrente
dove convergono i fondi raccolti dagli associati e
dai sottoscrittori delle adozioni :
C/c PT : 115513
- oppure Intesa SANPAOLO – Milano: Iban IT30M0306909606100000115513
L’adozione consta di un
versamento annuale in unica soluzione di 310 Euro
(equivalente a 50.000 al mese) che costituisce un
sostegno alla famiglia dell’adottato, individuo
scelto e proposto dagli enti associativi
menzionati, in base ad ordine di priorità.
Al donatore viene
consegnata una scheda che riporta i dati relativi
al destinatario del sostegno economico (foto,
anagrafica, indicazioni sulla situazione
famigliare e recapito per corrispondenza), possono
aderire alla formula singoli, gruppi,
amministrazioni pubbliche ed associazioni. I
contributi raccolti sono consegnati direttamente
alle famiglie in assemblee pubbliche, ed inviata
poi ricevuta controfirmata dell’avvenuta consegna.
Il lavoro di
sensibilizzazione e recupero fondi svolto fino ad
ora dall’Associazione ha raggiunto famiglie
distribuite fra Serbia e Kosovo Metohija.
L’Associazione “S.O.S.
Yugoslavia” si è costituita il 4 maggio 1999 ed ha
registrato il proprio atto costitutivo e statuto
il 18 aprile 2000.
Presidente il sig.
Enrico Vigna . Segretario e tesoriere il sig.
Willer Torrero.
La documentazione
degli atti prodotti dall’attività interna
dell’Associazione, così come la documentazione
raccolta circa le tragiche vicende che hanno
accompagnato la dissoluzione della Jugoslavia,
sono a disposizione per consultazioni.
Per l’Associazione
“S.O.S. Yugoslavia- SOS Kosovo Metohija” , il
Presidente Vigna Enrico
Cari Amici e Amiche
Come
avete potuto leggere anche negli ultimi appelli del
Sindacato Samostalni della Zastava di Kragujevac, la
situazione sociale in Serbia è in peggioramento
continuo. Chiunque in questi anni è stato più volte
nel paese, ogni volta che ritorna trova un ulteriore
deterioramento delle condizioni di vita dei
lavoratori e delle loro famiglie. Coloro che con i
“cambiamenti” dell’ottobre 2000 avevano sperato in
un miglioramento della situazione, si trovano ora in
una condizione di “disperazione sociale“: decine di
migliaia di licenziamenti, disoccupazione,
abbattimento di quelle misure minime di difesa
sociale che esistevano fino all’ottobre scorso e che
riguardavano i prezzi, la sanità, i servizi, la
scuola, la casa, i sussidi per pensionati e fasce
deboli. Oggi, queste misure sono state abolite come
conseguenza delle privatizzazioni selvagge che sono
in pieno corso nel paese e che riguardano TUTTI i
settori.
Per
dare un’idea di come può essere lo stato d’animo e
le prospettive dei lavoratori serbi e jugoslavi,
penso basti questa affermazione del Governatore
della Banca Centrale di Jugoslavia M. Dinkic, membro
del pool di economisti detto “G17 “ che si occupava
del “risanamento“ dell’economia jugoslava per conto
del governo, del FMI e della Banca Mondiale. In una
intervista all’Agenzia Tanjug, alla domanda su cosa
pensasse delle decine di migliaia di licenziamenti,
della miseria crescente e del relativo malcontento
montante, il signor Dinkic aveva sinteticamente
risposto: “…Dobbiamo e saremo inesorabili…”.
Di
fronte a tutto questo, che è conseguenza di un
embargo decennale e dei bombardamenti che hanno
messo in ginocchio il popolo serbo e lo hanno
portato indietro di quasi 100 anni (come dichiarato
da analisti internazionali dell’ONU a settembre),
noi pensiamo che come lavoratori, come uomini e
donne coscienti, sostenitori della pace e della
solidarietà tra i popoli, abbiamo un debito civile e
morale verso questi lavoratori ed i loro figli.
Verso quelle vedove e orfani di guerra, vittime
innocenti di quei bombardamenti e di giochi politici
internazionali effettuati sulle loro vite, di cui
noi tutti, volenti o nolenti, siamo responsabili e
coinvolti, causa le scelte dei nostri governi (e le
1381 azioni effettuate da nostri aerei su quelle
terre, portando non certo cibo o medicine…).
Ci
viene richiesta SOLIDARIETA’, non elemosina, perché
la solidarietà è anche richiesta di giustizia.
Perché la solidarietà spesso è l’unica arma che
possiede chi lavora, perché la solidarietà fa parte
del patrimonio del movimento operaio e della storia
dei popoli. Perché con la solidarietà aiutiamo a non
far morire il sentimento della speranza per questi
lavoratori e forse anche per noi.
Perché
solidarietà significa anche dignità, e chiunque sia
stato in Serbia e nell’ex Jugoslavia, tra quelle
genti, tra quei lavoratori, sa che dignità e
fierezza si trovano e si respirano in ogni angolo di
quel martoriato paese. E spesso ciascuno di noi
andando là, stando tra quelle genti, ha non solo
imparato ma si è arricchito, nell’anima e nella
coscienza.
Solidarizzare,
sostenere chi è vittima di una guerra non voluta o
scelta, è anche questo lotta per la pace, contro la
guerra, intesa come atto e politica di imposizione.
Anche
così si è contro logiche liberiste e di
impoverimento dei popoli. Contro derive politiche,
etiche e culturali, di società come la nostra, dove
non solo è impossibile e difficile di questi tempi
impedire di andare in guerra come paese, ma anche
mantenere e far vivere culture e sentimenti di
solidarietà, di giustizia, di emancipazione e
progresso.
Anche
così si resiste e si dice NO allo stato di cose
presente! Non siamo molti, ma ci siamo, tutto è
difficile ma ci proviamo.
Nel
mondo sindacale, in ambiti politici,
nell’associazionismo internazionale, isole di
resistenti e solidarizzanti, continuano a cercare di
rompere muri di indifferenza e sordità. Come
Associazione “SOS Yugoslavia SOS Kosovo Metohija” e
insieme agli appartenenti della nostra Associazione,
insieme alle altre 8 (poche) realtà solidali, che in
questi anni hanno cercato di fare una piccola ma
dignitosa parte, ma anche a nome di tutti coloro che
nel nostro paese stanno facendo ogni sforzo perché
questo messaggio giuntoci da Kragujevac, NON restino
“lettere morte“: chiediamo di non essere sordi, di
non far morire almeno la speranza in tempi migliori
e più giusti, perché senza anche quella, le nostre
responsabilità verso i nostri figli e le nuove
generazioni, sarebbero ingigantite e incancellabili.
“…non so se c’è un tempo della
fine, ma so che c’è sempre la SPERANZA.
La SPERANZA come coscienza e la
coscienza come lotta per la vita…
SENZA FINE…”.
Enrico
Vigna, presidente di SOS Yugoslavia – SOS Kosovo
Metohija
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