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Progetto Sclerosi Multipla – Kosovo Metohija

 


All'interno del Progetto SOS Kosovo Metohija, il Progetto Sclerosi Multipla vive ormai da 5 anni ed in questo lasso di tempo sono stati mandati medicinali per diverse decine di migliaia di euro, sostegni economici annuali diretti ai malati, alcune decine di carrozzelle, forniture di vestiario e alimentari, pannoloni e farmaci di emergenza. Tutto questo attraverso il gemellaggio con l’Associazione Sclerosi Multipla del Kosovo Metohija, che ha sede a Mitrovica.

La condizione dei malati nel Kosovo

La situazione per i malati di Sclerosi Multipla, soprattutto per quelli che vivono nelle enclavi (1) o isolati in casolari circondati dalle ostilità, è di mera sopravvivenza, in una condizione di drammaticità quotidiana da tutti i punti di vista.

L'Associazione Sclerosi Multipla del Kosovo Metohija, con cui siamo gemellati in questo Progetto, conta circa 100 iscritti, ma i malati nella provincia sono molti di più. La situazione di isolamento e l’impossibilità a circolare, da un lato, e le loro condizioni, spesso di immobilità, fanno sì che vivano in condizioni drammatiche.

Per quanto riguarda le cure, per i malati che vivono nelle enclavi dove vi sono solo piccoli ambulatori di una stanza con un medico generico volontario, l'unica possibilità sarebbe quella di andare all'ospedale di Mitrovica a nord, dove la presenza dei militari internazionali della Kfor garantisce la possibilità di curarsi alla popolazione serba, rom e delle altre minoranze non albanesi.

Periodicamente, ogni due, tre mesi quando gli viene fornita una scorta militare, l'Associazione SM-KiM porta un neurologo nelle enclavi e dai malati isolati, per una visita di controllo e per dare qualche terapia palliativa a base di vitamine, quando ce n'è la possibilità.

In realtà nel maggior numero dei casi essi sono lasciati a sé stessi.

La maggioranza di loro ha ormai grosse difficoltà a camminare o sono già del tutto immobili, per cui vivono una crudele condizione, non di cura e lotta contro la malattia, ma di dolorosa rassegnazione e attesa del peggioramento delle loro condizioni.

Altro che diritto alla salute sancito nella Convenzione Internazionale sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall’ONU, che egli articoli 9 e 19 stabiliscono in maniera dettagliata i vari diritti:

  • quello all’accessibilità dell’ambiente, dei servizi e delle tecnologie;

  • alla vita; alla protezione in caso di situazioni di rischio o di emergenza…

  • alla libertà e alla sicurezza…

  • a non subire sfruttamento, violenza e abusi;

  • all’integrità personale;

  • a poter scegliere la propria residenza e la propria nazionalità;

  • a poter scegliere l’esperienza della vita indipendente e integrata nella comunità, potendo accedere ai supporti necessari a tale scopo (ad esempio, l’assistenza personale).

La Carta continua impegnando gli Stati ad assicurare i diritti alla mobilità personale (art. 20); alla libertà di opinione e di accesso alle informazioni (art. 21); alla privacy (art. 22)…ad eguali standard di assistenza sanitaria (art. 25)…

  • Diritto alla RIABILITAZIONE. Per quanto riguarda gli interventi più specifici relativi alla riabilitazione e all’integrazione nel mondo del lavoro (art. 26-27), la Carta sottolinea l’importanza di non vederli come interventi parcellizzati e a se stanti, ma come componenti di un approccio integrato che consideri nel loro assieme i percorsi di abilitazione e riabilitazione, di formazione professionale, di educazione e di supporto sociali, guardando alla persona nel suo complesso: ossia facilitando «il raggiungimento e il mantenimento della massima indipendenza, della realizzazione personale e della partecipazione in tutti gli aspetti della vita».

Nel campo della riabilitazione si sottolinea la necessità di valutazioni multidisciplinari, di servizi vicini all’abitazione della persona disabile e di formazione adeguata e costante per il personale di assistenza. Nel campo del lavoro, oltre a sostenere la necessità di accedere al mercato del lavoro senza discriminazioni…

La Carta prosegue trattando il diritto ad adeguati standard abitativi e di protezione sociale (art. 28); alla partecipazione alla vita politica (art. 29), alle attività culturali, ricreative e sportive (art. 30).

È prevista, infine (art. 34) una Commissione per i Diritti delle Persone Disabili eletta dagli stati membri, alla quale ogni stato dovrà fornire periodicamente dei rapporti (art. 35) che verranno valutati raccomandando eventuali interventi (art 36 e 39) in collaborazione con gli stati stessi e altre agenzie delle Nazioni Unite…

 Non UNO di questi articoli è rispettato nel Kosovo di oggi per le minoranze serbe e non albanesi.

Anche le condizioni materiali delle famiglie dei malati sono notevolmente difficili, perché vivono solo con le pensioni di invalidità che arrivano dalla Serbia, mediamente di 150 euro mensili in quanto nelle enclavi nessuno può lavorare, perché non possono uscire da esse, l'unica attività è curare piccole coltivazioni o orti, ma per i malati di sclerosi anche questo è precluso. Con i nostri sostegni vengono comprati beni di prima necessità come olio, farina, zucchero, caffè, riso, che sono considerati bene prezioso e vitale; oltre che farmaci, legna per inverno, pannoloni.

  • Una storia tra tante: uno dei malati dell'Associazione SM-KiM che aiutiamo, vive a Plemetina, villaggio vicino a Obilic; con gli ultimi serbi e rom rimasti, in "container" di ferro forniti dall'ONU, che contengono solo un letto ed un tavolo, senza acqua, luce elettrica, riscaldamento (con temperature in estate di 30° ed in inverno si scende a – 20°), protetti dai militari KFOR; questo dopo che le loro case sono state bruciate o occupate da albanesi.

  • Gli abbiamo fornito una carrozzina, in modo che invece di stare tutto il giorno nel letto, può girare nel container o scendere davanti ad esso. Egli non fa alcuna cura o terapia, se non qualche vitamina e la pomata per il decupito, che è considerato un bene prezioso. Egli, quando ha ricevuto tramite l'Associazione di Mitrovica la carrozzina, nel ringraziare commosso, tra le lacrime ci ha detto che quello è l'ultimo filo che lo lega alla vita, in quanto siccome il suo container è a trecento metri dalla sua casa, oggi occupata da albanesi, prima dall'interno non poteva vederla, mentre ora può stare anche ore, a guardare la sua casa e ricordare tutta la vita passata in essa, con tutti i ricordi della famiglia, dei figli, delle gioie, dei sacrifici, delle feste e questo gli fa pesare meno la sua quotidianità dolorosa.

Questo è un esempio tra cento di come vive un malato di sclerosi oggi in Kosmet.

 

Cos’è un enclave…. Un territorio, un villaggio, una ristretta area completamente chiusa, dove si sono rifugiate quelle ultime migliaia di serbi e non albanesi, che dopo i bombardamenti del 1999, non hanno accettato di essere cacciati dalla propria terra e di scappare in Serbia o altrove. Qui vivono barricati, circondati da mezzi militari delle forze internazionali (Kfor) e spesso dal filo spinato, in una condizione umana di prigionieri e assediati; dove nessuno può uscire, se non sotto scorta militare in autobus collettivi, e solo per emergenze, pena il rischio di venire ammazzati.

“Qui chi non impazzisce non è normale“, c’era scritto sul muro di una scuola dell’enclave serba di Gracanica….prima che distruggessero anche il muro….

 

Il nostro impegno come SOS Kosovo Metohija

Come concordato con loro, il nostro impegno, oltre a continuare il reperimento di medicinali, carrozzelle, pannoloni, farmaci di emergenza per casi di massima urgenza, oppure fornire il denaro per l’acquisto di essi in loco, come SOS Kosovo Metohija abbiamo deciso di lanciare anche una campagna di sostegno economico per i figli dei malati nelle situazioni più disperate, indicate dal nostro referente del Progetto Ilija Spiric, Presidente dell’A.S.M.- K.i M e limpida e instancabile figura, da tutti rispettata e stimata, anche all’interno dell’Unmik, per la sua dedizione ai malati, seppure egli stesso in una condizione di costante aggravamento della malattia. A lui si affianca Jasmina Brankovic, Presidente dell’Associazione SM della Sumadia, con cui avevamo iniziato il Progetto in Kragujevac.

Annualmente continueremo a fornire un sostegno economico di solidarietà che verrà distribuito dall’Associazione direttamente ai malati.

Siamo coscienti delle difficoltà…

 

A tutti i nostri associati, a tutti coloro con cui collaboriamo da anni e che ci hanno aiutato in vari modi a tenere viva la solidarietà con i popoli jugoslavi, giriamo e facciamo nostro questo appello, annunciando che con questa Associazione abbiamo un percorso di solidarietà all’interno del  “ PROGETTO  SOS KOSOVO” iniziato a dicembre 2004, con le enclavi del Kosovo.

 

“…Non verremo alla meta ad uno ad uno,

ma a due a due, se ci conosceremo a due a due…

Noi ci conosceremo tutti ed i figli un giorno rideranno

Della leggenda nera, dove uomini e donne

Lacrimavano in solitudine…”          (B. Brecht)



associazionesclerosi                 associazione

 

 

 


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